venerdì 1 dicembre 2017

Vecchi piedistalli

Vecchi piedistalli

Non sono certo di avere abbastanza occhi per sopravvivere al mondo,
così irrequieto nel voler mostrare a tutti le sue diversità.
Non sono sicuro di essere tanto forte da poter sopportare
le critiche ed i fallimenti che lo stesso mondo ha da offrire così gratuitamente.
Ma, per fortuna, ho ciò che per alcuni appare arroganza.

L’arroganza di non voler mollare qualcosa che mi rende felice,
la caparbietà di continuare, a testa bassa, 
remando contro chi si lamenta, cerca soltanto di distruggere
per riuscire, in qualche strano modo, a sentirsi meglio.
L’arroganza di credere in un tentativo,
pur non avendo la millenaria cultura richiesta,
lanciandomi in pasto ai leoni affamati di carne fresca
senza davvero pensare di poterci lasciare le penne.

L’arroganza di voler fare, 
forse perché stanco di aspettare
o di stare a guardare.

Non sono certo di avere la freddezza di mollare solo dopo qualche tentativo,
forse perché in quel che faccio ci credo davvero,
ma allora qual è il motivo di tanto star male?

Sono davvero le parole di seconda mano, 
quelle sentite dalla bocca di chi non le ha pronunciate,
che lasciano l’amarezza di non poter controbattere?
Sono davvero le critiche degli autoproclamati vincitori,
di quelli che hanno la verità in tasca e non sentono opinioni,

che segnano il destino ci chi tenta, a fatica, di crescere?

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