lunedì 14 novembre 2016

Un barlume di speranza - Una storia ad episodi - Parte 10 (finale)

Un barlume di speranza - PARTE 10

Un tentativo fallimentare, ma era comunque da fare. Sapeva che se non fosse partito, utilizzando le sue poche forze rimaste per cercare quel senso della vita ancora a lui sconosciuto, se ne sarebbe pentito amaramente. Purtroppo tutto ciò non servì a nulla.

"Buongiorno, parlo con la signora Lucia Gatti? Si, salve, è il capitano Cornelli che parla, mi duole informarla signora che il corpo di suo figlio Simone è stato rinvenuto senza vita sul traghetto proveniente da Barcellona questa mattina presto... è stata accertata la morte per cause naturali, non è avvenuto alcun crimine o violenza...". La madre immediatamente scoppiò a piangere ma, con una lucidità di chi già si aspetta una notizia, poco dopo organizzò il trasporto della salma del figlio. Come ogni buona mamma che si rispetti aveva intuito, quando lui era partito, che andò per fare un viaggio prima dell'ultimo viaggio, per prendere una boccata d'aria nuova prima di salutare tutti quanti. 

Un barlume di speranza, una storia ad episodi di Carlo Capotorto, parte finale."Sono partito perché ne sentivo il bisogno, perché la vita lì non riusciva più ad entusiasmarmi, con la sua routine e con le stesse facce, giorno per giorno. Non mi dava più niente, gli stessi pochi amici stavano diventando sempre più uguali a quel che non avrebbero mai voluto... e cosa potrebbe altro fare un giovane se non fare lo zaino e partire? Fermo dov'ero non riuscivo più neanche a fare un passo, non avevo stimoli né per migliorare me stesso né per cercare di salvare il mondo... si, perché tutti dovremmo salvare il mondo giusto? E non intendo salvare il mondo dalla fame o dalla miseria, intendo salvare il nostro mondo, migliorare la nostra realtà, quello che abbiamo sotto gli occhi; ed anche se è una cosa un po' egoista è vera ragazzi, se non salvo prima me stesso non posso salvare gli altri. Se sono pieno di paranoie non posso risolvere le paranoie degli altri... o magari anche si, ma poi ho sempre le mie... sono sempre più convinto che tutti dovremmo trovarci il prima possibile in una situazione difficile e trovare da soli il modo di venirne fuori o di accettarla per quella che è. 
Non so se serviranno a qualcosa queste mie righe ma sento di doverle scrivere, mi fa male tutto e mi sento stradebole, ma sono contento di quel poco di vita che ho vissuto. Anche senza diventar vecchi si può essere felici, sono stato male per tanti anni e questo mio piccolo viaggio mi ha fatto realizzare che ovunque io sia sono sempre me stesso, ma che il luogo dove aspetti la morte è importante. Il luogo e la gente. Pensare che è bastato così poco tempo per farmi tornare la voglia di fare... forse avrei dovuto farlo prima, forse avrei dovuto partire anni fa, quando sentivo dentro di me il bisogno di cambiare qualcosa... ma ormai è andata così, tornare indietro non posso, posso solo andare avanti. E vado avanti accettando la morte, perché tanto altro non posso fare. 
Forse non è ciò che pensavate, queste mie pagine non hanno ne capo ne coda, ma forse più tardi scriverò qualcosa indirizzato direttamente a tutti voi. Per ora accontentatevi di questo mio delirio, che vorrebbe essere un messaggio a chi ancora si fa problemi a seguire il proprio istinto, a fare quello che davvero vuole e non quel che è imposto da una società sempre più bisognosa. Amici miei, fate quello che vi sentite, e fatelo ora, adesso, non aspettate; più tempo aspetterete più quei sogni si faranno lontani, e nessuno ve li riporterà indietro."

Fine.

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