venerdì 26 agosto 2016

New Generation


Autocommiserazione? Lamentela contro se stessi scaturita dalla ricerca di una visione esterna? 
I don't know ma intanto è uscita questa roba qua:

New generation

Non serve parlare per esprimere qualcosa,
le emozioni più profonde escono dagli occhi,
ma senza conferme si creano incomprensioni.

Non serve dormire per avere gli occhi chiusi,
per sognare o non vedere che davanti a noi
si realizzano le più grandiose fantasie
così come i più brutali conflitti.

Tutto questo passa inosservato,
ed è triste.

Abbiamo accesso ad ogni cosa
ma decidiamo di ignorarla
nascondendo la testa dietro il monitor.

Abbiamo la possibilità di fare tutto
ma decidiamo di restare seduti
per la paura di prenderci la responsabilità
di cambiare il mondo.

Ed è triste.

lunedì 22 agosto 2016

Un barlume di speranza - Una storia ad episodi - Parte 4

Un barlume di speranza - PARTE 4

Era passato quasi un mese ormai dall'idea della partenza, nessuno dei due aveva trovato lavoro né tanto meno un altro modo per racimolare denaro, e la voglia di avventura, seppur un poco affievolita, era sempre presente in entrambi. Si incontrarono al parco, come sempre, evitando il pub così da non spendere nulla.

"Ma allora, come sono andati gli esami che non mi hai più detto niente? Io tra l'altro sto continuando a fare il giro delle agenzie interinali quasi in modo ossessivo, ormai quando mi vedono alla porta alzano gli occhi al cielo... anche gli annunci su internet ormai continuano a ripetersi, la vedo sempre più nera..."

"Si, anche io cerco spesso su internet o sul giornale che compra mia madre ma zero, o cercano gente con esperienza o con lauree strane... l'altro giorno ho visto l'ennesimo annuncio dove cercavano un neo diplomato con almeno due anni di esperienza; gli stronzi. E comunque io non sto mica tanto bene, a parte il fatto che devo pisciare ogni dieci minuti gli esami... mi viene l'ansia anche solo a dirlo... devo andare dal medico domani e capire bene cosa fare ma sembra che sia un tumore. Un cazzo di tumore alla prostata."

Ogni cosa si fermò. I rumori delle macchine si fecero lontani e le moto si spensero, nessuno passeggiava davanti a loro e gli animali smisero di chiacchierare tra loro. Il mondo sembrava paralizzato, senza vento né tuoni, senza nuvole o stelle cadenti, quasi per dar peso a quelle sue parole. Per dire a Simone che non era indifferente al suo soffrire. 
Luca, incredulo e ammutolito, fissava la luce d'un lampione poco distante. Non trovava nulla da dire, come se in quel momento anche lui avesse scoperto di avere lo stesso male. Pensava al suo amico come se fosse già morto, spacciato, e questo gli impediva di fare qualsiasi ragionamento; ma doveva rispondere. "E adesso cosa gli dico?", ripeteva nella sua testa, "dovrei trovare un modo per confortarlo... ma cosa gli dico?"

"Luca, non volevo abbattere il morale della serata... domani vado dal medico e mi dirà cosa fare. Al massimo mi tolgono via tutto così risolvo... o magari si cura con la chemio o bho, ma prima o poi si dovrà pur morire giusto? E così ho anche la scusa per viaggiare e non lavorare, se ho una malattia terminale nessuno mi può dir niente, sono condannato ad una morte prematura! Sai che storia? Faccio una cazzata e poi dico "Ho il cancro", chi vuoi che controbatta? Sarò inattaccabile."

Chemioterapia per curare un cancro alla prostata
Un barlume di speranza - Parte 4
Prese con filosofia, o almeno così fece vedere, la scoperta di quella terribile malattia. Anche dopo le prime sedute di chemioterapia, quando tornando a casa si fermava per vomitare un paio di volte nel percorso dall'ospedale, rientrava in macchina con il sorriso, rincuorando la madre che piangeva. Ma nel suo letto, quando si trovava solo ad affrontare i demoni che lo torturavano prima di addormentarsi, anche lui spesso doveva cambiare il lato del cuscino perché zuppo di lacrime. Gli capitava non di rado anche di bagnare il letto di pipì, e se inizialmente era molto in imbarazzo a cambiare le lenzuola, più in seguito la cosa non lo disturbava più. 
Non ricevendo risposte smise presto di domandare a dio il motivo del suo tumore, imparò a convivere con il disagio e ne fece presto un problema di secondo piano, non potendo cambiare nulla anche se si fosse lamentato molto. Non fu facile, per niente, e se il fatto viene raccontato brevemente, come brevemente passa un'influenza, fu un calvario lungo più di sei mesi.
Arrivò così la fine di Gennaio, il freddo dell'inverno e la molta neve caduta bloccavano tutti in casa, e non di meno Simone, che ormai era abituato a passare le giornate chiuso nella sua stanza. Dormiva molto, e qualunque attività decideva di svolgere si assicurava di non utilizzare il cervello; quanto meno non per pensare a se stesso. Quando non dormiva spendeva le ore rincitrullendosi ai videogiochi o guardando interminabili serie tv, ma da quando iniziò a guardare Breaking Bad tutto cambiò, sulla fioca luce della speranza cadde un ramo secco, poi un ciocco, poi un altro. Più Walter diventava cazzuto più Simone sorrideva, come se immaginasse di esser li, accanto a lui, durante i traffici di blue meth. Guardò la prima stagione in italiano e poi decise di riguardare quei sette episodi in inglese. Passò alla seconda, sempre in inglese e con i sottotitoli, poi alla terza e alla quarta. Attese l'annuncio dell'inizio della quinta stagione con un po' di agitazione, le altre le aveva scaricate ma questa, l'ultima, dovevano ancora girarla. 
Fu proprio in quell'istante, il 3 Maggio del 2012, che decise nuovamente di partire. Il suo amico Luca si faceva vedere sempre più di rado, ed i pochi altri amici che aveva sembravano essersi allontanati ancor più di prima, forse per soffrire di meno quando se ne sarebbe andato, o forse per altri motivi, ben più semplici di quanto si possa pensare. Capita di non sentire o vedere degli amici per mesi, o addirittura anni, ma senza aver litigato o un reale motivo, ci si allontana e si pensa ad altro, senza cattiveria.
Vestì allora il viso più pacato, inspirò dal naso ed espirò dalla bocca e si fece più zen che mai: 

"Mamma, io voglio partire... stare via un pochino, vedere cosa c'è fuori da questa casa, questa città... lo so che non sto bene, ma proprio per quello devo farlo, sento che più aspetto peggio è... non voglio farti stare in pensiero ma sento davvero di doverlo fare..."

La madre, ovviamente, scoppiò a piangere.

continua...


venerdì 19 agosto 2016

Album su Jamendo (Playing with rocks + Light Shiver) e due video

Album su Jamendo (Playing with rocks + Light Shiver) e due video


Playing with rocks sbarca su Jamendo! Cos'è Jamendo? In sostanza una piattaforma musicale, molto simile a SoundCloud, con la differenza che tante case produttrici di svariati film, telefilm, serie tv, ecc... cercano proprio qui canzoni originali per musicare i loro filmati, chissà che capiti qualche botta di fortuna e uno di questi inciampi in una mia canzonetta!

Light Shiver, un album elettronico autoprodotto protetto con Creative Commons
Charlie Capotorto's Light Shiver
Ecco la pagina dove ascoltare le canzoni ed, eventualmente, scaricarle o acquistarle per usarle come colonna sonora o per qualsiasi altro utilizzo vogliate farne! Troverete il mini-album "Playing with rocks" ma non solo, ho caricato anche un album elettronico in continuo aggiornamento chiamato "Light Shiver" (sono pieno di progetti paralleli, lo so, dovrei fermarmi a fare una cosa fatta bene ma non ci riesco... ); per questo progetto ho usato una fotografia fatta un paio d'anni fa in Città Alta alla Porta di San Lorenzo.

Credo comunque che ogni buon creativo (o presunto tale) non si debba fossilizzare in un singolo progetto ma allargare gli orizzonti a qualunque cosa possa essere usata come canale per esprimere il proprio io. Quanta poesia... in fondo lo si fa perché altrimenti la testa esplode, ci sono tutte queste cose dentro che in un modo o in un altro devono uscire, quindi che piacciano o no ora sono sul web, alla portata di tutti i malcapitati.

Ed ecco invece, per i più pigri che non vogliono aprire altre pagine, i due nuovi caricamenti YouTube:

Utopian Roots


Follow the path


Ho già quasi pronto un altro piccolo album, sempre di questo genere non troppo ben definito ma sempre strumental/classico/chillout/soundtrack e chi più ne ha più ne mette; mancano giusto gli ultimi ritocchi ma credo per inizio settembre di lanciarlo in rete! 

Stay tuned!

Carlo "Charlie" Capotorto.

mercoledì 17 agosto 2016

La moneta - Un racconto di 99 parole.

Oggi condivido con voi un mini-racconto di 99 parole che avevo inviato ad un concorso, ovviamente non è arrivato da nessuna parte, ma è inutile lasciarlo qui sul computer a prender muffa. Sto inoltre sistemando un pochino questo mio blog, con nuovi pulsanti e qualche progetto che... vedremo dove andrà a finire! Nel frattempo se avete un minuto ecco qui:


La moneta


Guardo un'altra volta quella moneta dall’alto, come se fosse l’unico tesoro che la mia mente possa concepire. É li ferma che brilla e sembra chiamarmi, ma è lontana… dovrei saltare. Pare un obiettivo quasi irraggiungibile, racchiuso in una prigione in continuo movimento, circondata da rocce, sabbia e spazzatura. Il mio respiro si fa più lento, quasi all’unisono con quello del suo carceriere, e spostandomi piano avanti e indietro mi sento in simbiosi con l’ostacolo che si frappone tra me e quella moneta luccicante. Preparato a saltare trattengo il respiro. Sono pronto, adesso arrivo, mare.

lunedì 15 agosto 2016

Il viaggio di una vita - Parte 9: La Tailandia e le considerazioni finali

Il viaggio di una vita - Parte 9: La Tailandia e le considerazioni finali

Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Tailandia
Elezioni in paese, niente alcolici in vendita! Doh!
Eccoci arrivati all'ultimo capitolo del viaggio, durato in tutto circa un anno, ed un po' mi spiace aver finito il racconto di questa mia avventura. Anche se ho fatto dei riassunti molto, molto striminziti spero che qualcosa abbiate trovato interessante, quantomeno le fotografie. Per motivi pratici (e per lasciare poi qualcosa al racconto dal vivo se qualcuno di voi lettori è interessato ai dettagli) ho scritto lo stretto necessario, divagando un pochino certo, ma senza entrare troppo nei dettagli, quelli vanno domandati! 

Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Tailandia
khao San Road
Ci fermammo una sola settimana a Bangkok, il cuore pulsante della Tailandia, non certo per la mancanza di voglia di visitarla bensì perché i soldi stavano finendo... i miei. Quelli di Hsiü no, tanto che poi... beh, aspettate un secondo che ve lo racconto. Trovammo un hotel molto economico proprio a due passi dalla famigerata Khao San Road e girovagammo per la città qualche giorno senza una meta precisa, visitando qualche tempio e passeggiando lungo il fiume. Dopo aver preso confidenza con il luogo ed i soldi ci organizzammo per andare nella zona delle ambasciate e farle fare il visto per l'Italia; mi ritrovai notevolmente spiazzato quando lo sbirro di turno allo sportello mi spiegò, prendendomi in giro per la mia ingenuità, che il visto per i paesi europei lo si può fare soltanto dal proprio paese di appartenenza. Sarebbe dovuta tornare a Taiwan, ripercorrendo un quarto di mondo, per poi rifarne la metà per venire in Italia. Sfoggiai tutta la mia forza convincente, che già è poca, ma non servì a nulla: erano inamovibili. Svariate telefonate e ricerche su internet confermarono la pessima notizia. 

Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Tailandia
Beware of fake monks
Fotografie di un viaggio durato circa un anno, qui sono in Tailandia
Tuk tuk
Non avendo altre opzioni se non il rientro a casa per venire in Italia Hsiü optò per continuare ancora un po' il suo viaggio in Asia e si fermò in Tailandia dopo la mia partenza, per poi andare in India e rientrare a casa. Io volai da Bangkok a Milano, facendo scalo a Dubai se non ricordo male, e una volta tornato cercai subito lavoro, per poter viaggiare ancora, e senza aspettar troppo (mi andò di lusso o erano altri tempi, non lo so...) trovai subito lavoro come aiuto pizzaiolo e cameriere alla Premiata Pizzeria di Negrone! Mi trovavo bene li, non avevo mai fatto quel genere di lavoro ma Marco, il pizzaiolo e proprietario, era simpatico e disponibile... e mi ha dato lavoro e fiducia, cose che capitano sempre più di rado. Racimolai abbastanza soldi per tornare un mese a Taiwan e poi tornare con Hsiü, che si fermò 3 mesi in Europa, ma questa amici è un'altra storia

Ora il dado è tratto, arrivano le conclusioni tanto importanti quanto difficili da battere sulla tastiera. Sono partito da solo, con uno zainone e tanti dubbi, sono partito a 23 anni come un ragazzo ingenuo, che non conosceva troppo né di se stesso né del mondo, e sono tornato un pochino più grande e un pochino più saggio. Non sto dicendo con questo che cambierò il mio nome in Osho e mi farò monaco, ma semplicemente sono cresciuto. Ovvio, direte voi, è passato un anno. Si, ma un anno pieno zeppo di novità e scoperte, pieno di esperienze che mi hanno cambiato dentro, ed il solo fatto d'esser riuscito a raccogliere il coraggio dentro di me (o la stupidità) ed essere partito da solo mi ha fatto diventare una persona diversa. Le tante avventure e disavventure che mi capitarono mi sono servite per poter tornare e guardare la realtà in un modo completamente diverso e lo so, è banale, ma è proprio vero che quando vivi lontano da casa poi quando torni porti con te tutto quanto. Grazie al fatto di essere partito da solo mi sono dovuto arrangiare, in tutto, ed io, che non ero certo la stella più brillante del cielo, sono riuscito a trovare la mia luce. Per questo consiglio a tutti, a tutti quelli che sono indecisi se partire per un viaggio o meno, di farlo; di esplorare, vagare, farsi crescere dalla parte sconosciuta del mondo.

Ho passato tanti splendidi mesi in Australia, ho conosciuto un grande amore, ho viaggiato in posti sconosciuti dell'Asia, fatto tante cose che realmente non avrei mai immaginato, ed anche adesso, che ormai sono passati ormai nove anni, porto tutto nel cuore. Sono esperienze che credo porterò con me tutta la vita, nonostante la mia memoria da pesce rosso, quindi nel dubbio io ve lo dico: partite.

Con questo è tutto, questa sezione di racconti di viaggio è conclusa, ma come ho già accennato vi furono altre partenze; in futuro poi ve ne parlerò, per ora spero continuiate a leggere non solo queste memorie di paesi lontani ma anche tutto il resto!

Carlo "Charlie" Capotorto

martedì 9 agosto 2016

Estate musicale - Playing with rocks

Ebbene si, la musica ha sempre fatto parte, in un modo o nell'altro, della mia vita. Fin dal mio primo CD acquistato degli Iron Maiden alla tenera età di 10/11 anni ho sempre sognato di riuscire a suonare decentemente qualcosa... mi sono quindi cimentato nel piano (a scuola) ma con risultati alquanto scarsi, per poi passare a suonare la batteria per tanti anni; ma anche lì non ho mai avuto risultati notevoli.

Ogni tanto provo a suonare l'armonica a bocca, piuttosto che il cajon ma ora, nel cazzeggio estivo 2016 in attesa di riprendere a settembre con i miei lavoretti e la ricerca di un lavoro serio (...) mi sono ritrovato a smadonnare con Garageband sul mio vecchio Mac (OsX 10.4) e, dopo qualche prova, sono riuscito a tirare insieme 8 tracce, per un totale di circa 20 minuti, che ho deciso di pubblicare su SoundCloud con il titolo "Playing with rocks"!

Qui trovate il link di SoundCloud dove poter ascoltare tutto l'album, sono solo 20 minuti quindi potete metterlo su mentre stirate (se siete ancora legati a questa arcaica tecnica) o cucinate o svolgete le vostre importantissime attività e poi darmi un parere :)

Se invece avete bisogno di un indizio sul genere (che genere è poi?) qui trovate "Casual encounter", la seconda traccia dell'album "Playing with rocks" che ho caricato poco fa su YouTube:


Creative Commons License

Spero non attivi alcun virus diarrotico del vostro corpo bensì vi faccia venir voglia di ascoltare anche le altre tracce! Nei prossimi giorni caricherò altri video sempre su YouTube e chissà, se ancora mi verrà l'ispirazione comporrò nuove tracce quindi... stay tuned!

lunedì 8 agosto 2016

Un barlume di speranza - Una storia ad episodi - Parte 3

Un barlume di speranza - PARTE 3


La voglia di scappare da un paese, da una città che ha poco da offrire, è nota a molti; anche tra di voi che leggete, son sicuro. Non diversi da voi, da noi, i due amici si trovarono nella situazione di sognare la fuga, e mentre uno iniziò seriamente a cercare soluzioni, forse anche un poco frettolose, l'altro rimase indietro, travolto dall'insicurezza. 

"Simo, io ho un problema: non so se riesco a partire, almeno non subito"

"Ma come? Perché?"

"Ma perché ho stra pochi soldi, anche se arrivare in Spagna o in Inghilterra magari costa poco poi una volta arrivato se non trovo lavoro cosa faccio? Chissà quanta gente è andata negli stessi posti a cercare fortuna e io che cavolo posso andare a fare... cioè, se non trovo lavoro qui come posso pensare di trovarlo in un paese straniero? E dovrei trovarlo subito, non potrei nemmeno sopravvivere un mese fuori casa dei miei, mi serve prima un lavoretto qui e poi, con qualche centinaio di euro in mano, progettare la partenza; così sarei più sicuro. Mi viene l'ansia a pensare di essere all'estero, lontano da tutti e tutto, e magari trovarmi nella condizione di dover chiedere i soldi ai miei perché sono con le pezze al culo."

In bicicletta per arrivare al lago
Un barlume di speranza
Parte 3
Simone riuscì a sentire solamente un mucchio di scuse ma non giudicò il suo nuovo amico, anche lui non era troppo sicuro di quel che stava facendo anche se il bisogno di uscire da quella realtà era troppo forte. Magari anche per lui sarebbe stato più semplice iniziare quell'avventura con qualche banconota in tasca, e senza dubbio partire in compagnia avrebbe reso le cose più facili. 
Così aspettò, decise di darsi del tempo per fare più ricerca e, nel frattempo, trovare il modo di racimolare qualche soldo. Lui stesso aveva già pensato di posticipare ma sentiva dentro di se che non avrebbe dovuto lasciarsi sfuggire quella sensazione, così cara ai viaggiatori professionisti, del wanderlust*. Passò un giorno, e poi un altro, e uno ancora... una settimana intera Simone attese qualcosa che, in fondo, aspettava da anni: che qualcosa cambiasse. E qualcosa cambiò, si, ma in peggio. 
Durante un caldo lunedì di Luglio decise di fare una biciclettata più lunga del solito, e da casa fece più di 40 chilometri per raggiungere il lago, si fermò giusto per riposarsi una mezz'oretta e mangiare un panino, dopo di ché ripartì immediatamente. Fu la sua rovina: il giorno dopo appena alzato andò in bagno come sempre e... vide sangue nella sua pipì. Urinare gli faceva male. "Niente di grave" pensò, "passerà", ma quello stesso pomeriggio andò dal medico per il troppo dolore. 

"Sembra una prostatite... ti sei beccato una bella infezione. Ti dovrei mandare in ospedale a fare gli esami ma passerebbe più di una settimana prima che tu riesca a prendere un appuntamento, se ti fidi ti do io gli antibiotici."

Il dottore gli prescrisse due settimane di antibiotici ed almeno un mese di riposo, senza bicicletta o particolari sforzi fisici, e gli disse di bere almeno due litri d'acqua al giorno. Gli crollò il mondo addosso. Non che fosse mai stato il ritratto della salute, aveva spesso influenza e malanni vari, ma quello, in quel momento, gli sembrò devastante. 
Avvisò subito l'amico, che ridendo della sventura sottolineò come fosse stato fortunato che una cosa del genere gli sia capitata ora, e non all'estero. Aveva ragione, ma... non riusciva a crederci. 
Finì gli antibiotici, continuò le serate di giochi in scatola così come continuò a bere i due litri d'acqua prescritti, che però lo costringevano a correre in bagno tanto spesso che i compagni di gioco, costretti a fermarsi ogni 10 minuti per non continuare senza un partecipante, iniziarono ad odiarlo. Tutto quel bere lo obbligava a recarsi in luoghi dove poter andare in bagno liberamente, quindi le poche volte che usciva di casa andava in posti vicini e familiari. Con il passare del tempo diventò sempre più un problema, era limitato nei movimenti come un vecchio novantenne, faceva appena in tempo ad andare in bagno che subito gli scappava nuovamente: evidentemente qualcosa ancora non andava.
Tornò dal medico che gli preparò le ricette per gli esami, voleva capire se la cosa era risolvibile o se avrebbe dovuto dotarsi di pannolone finché la nonna morte non lo avrebbe chiamato a se. Meglio non descrivere nel dettaglio gli esami che dovette subire, anche se parlando di prostata il lettore non avrà fatica ad immaginare, e poco più tardi arrivarono i risultati.

"Pronto? Luca? Te, ci vediamo che è un sacco che non facciamo due chiacchiere?"

continua...

* Wanderlust: forte desiderio o impulso di girovagare, viaggiare ed esplorare il mondo. 

martedì 2 agosto 2016

Ogni cosa è illuminata - Jona Editore

Qualche giorno fa vagheggiavo in internet, cercando come al mio solito qualche modo per diffondere i miei libri, luoghi per la presentazione e stupidaggini varie, quando ad un tratto mi è tornata in mente la passata idea di partecipare a qualche concorso letterario. Cercando e smadonnando ho trovato un po' di concorsi a partecipazione gratuita, alcuni con premi in denaro, altre con possibili pubblicazioni in collane di e-book e, well, mi sono soffermato sulla pagina di Jona Editore trovando un contest in scadenza brevissima a tema "Ogni cosa è illuminata", gli ho inviato un racconto che avevo fermo da qualche tempo sul computer e... oggi vedo sulla loro pagina che sono risultato tra i vincitori!! :)

Non ho vinto nulla per ora, se non visibilità (che è ciò che mi interessa) ma sono soddisfazioni che cambiano la tua giornata... almeno, la mia è cambiata, sono decisamente più propositivo!

Qui trovate il link alla PAGINA DI JONA EDITORE DOVE LEGGERE IL MIO RACCONTO , spero che vi piaccia e... a presto!! :)

C.