mercoledì 15 giugno 2016

Il viaggio di una vita - Parte 5: Alla scoperta di Taiwan

Il viaggio di una vita - Parte 5: Alla scoperta di Taiwan


Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Taiwan (Formosa)
Cibo gratis al tempio
Caldo e afa mortale mi assaltano appena scendo dall'aereo... ma dove diavolo sono? Ho recuperato il mio bagaglio ed è già un'ottima cosa, all'aeroporto mi viene a prendere Hsiü e in macchina ci dirigiamo verso casa "sua". Vive a Nankan, un piccolo paese in provincia di Taoyuen, la città dell'aeroporto internazionale, quindi ci mettiamo relativamente poco per arrivare in questa casona dalla posizione assurda. Si trova davanti ad un enorme magazzino di container, circondata da strade enormi sulle quali transitano camion in entrata e in uscita ad ogni ora del giorno. Si tratta della casa di famiglia, nella quale vivono tantissime persone tra genitori e fratelli con mogli e figli... i suoi genitori non hanno voluto vendere alla multinazionale di trasporti che manovra i container e così si sono ritrovati circondati da un traffico pazzesco. 
Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Taiwan (Formosa)
Il dinosauro

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Taiwan (Formosa)
La pubblicità del ristorante dei baci
Parcheggiamo ed entriamo in casa, sua madre ci attende. Con indicibile imbarazzo (di entrambi ma lei era spiazzatissima, scoprii in seguito che non aveva mai visto un bianco dal vivo...!!) snocciolo le poche parole di mandarino che conosco, anche lei dice qualcosa di incomprensibile e ci salutiamo così, poi si sale al terzo piano della casa per appoggiare lo zaino in camera e inizia il tour della reggia che descriverò come ricordo. Al terzo piano la nostra stanza, quella della sorella (che utilizza con il marito e la bimba quando torna a casa per il weekend), la stanza dell'altra sorella (che anch'essa utilizza con il marito e i bambini quando torna a casa per il weekend), la stanza del fratello più moglie e figlio e due bagni più vari spazi, sgabuzzini e corridoi. Al secondo piano altri due bagni, la stanza di un altro fratello più moglie, la stanza dei figli, la sala musica con pianoforte, la sala biliardo e un salone con divani e tv. Al primo piano la cucina e sala da pranzo, un piccolo magazzino con tv, il negozietto di alimentari della madre e una stanzona separata con la camera con bagno dei genitori. Un posto davvero enorme ma dove vivono tantissime persone, spero di non aver fatto confusione perché erano davvero in tanti!! E qui arriviamo alla prima scoperta delle differenze Asia/Europa: a quanto pare nelle famiglie tradizionali i figli maschi rimangono in casa con i genitori anche dopo sposati e le mogli diventano "schiavette" della suocera mentre le figlie femmine vanno a casa dei genitori del marito. Ci sono poi le coppie più avanti che prendono casa per conto loro (come hanno fatto le due sorelle). Fortunatamente la famiglia era sì, legata alle tradizioni, ma anche abbastanza aperta. La sera stessa cenai con il padre e Hsiü, altra differenza: il padre di famiglia mangia da solo; sua moglie cucina tutto (poi parleremo del cibo) e prepara la tavola, il primo a sedersi è il padre, poi l'ospite e poi lei. Il padre mangia per primo, sceglie i bocconi che vuole e decide lui cosa e quanto mangiare, poi potranno servirsi gli altri. Lungo il mese che mi sono fermato a mangiare lì credo di aver visto sue padre tre o quattro volte, solitamente mangiava da solo e poi spariva in camera a riposare. Durante il primo incontro credo fosse molto a disagio, un bianco era entrato in casa sua ed era seduto al suo tavolo... si stupì moltissimo quando vide che sapevo utilizzare le bacchette ma non disse una parola (più in seguito sua madre corresse la mia posizione delle mani per tenere in modo esatto sia le bacchette che la ciotolina del riso). Per concludere il piccolo accenno sul padre, poi torniamo al cibo, ricordo che l'ultimo giorno, prima della partenza, mi diede un pezzetto di cartoncino strappato con delle scritte in mandarino, in sostanza mi diceva di prendermi cura della figlia. XD. 

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Taiwan (Formosa)
Impariamo a giocare a Mahjong!
Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Taiwan (Formosa)Come ho già accennato la famiglia era molto particolare e ci sarebbe davvero da stare a scrivere pagine e pagine su Taiwan ma già temo che mi prolungherò troppo quindi vi spiegherò soltanto una cosa: a Taiwan ci sono ancora molti gruppi aborigeni locali e il padre proveniva da uno di questi gruppi, però ha sposato una cinese mista aborigena e, tenendoci alle tradizioni voleva che in casa si parlasse il dialetto aborigeno, mentre fuori casa la lingua comune è il mandarino (v'immaginate che cacchio di confusione facevo io che cercavo di imparare qualche parola ogni tanto?!). In buona sostanza l'isola è sotto il governo cinese, pur avendo un suo governo, una diversa moneta e un diverso calendario, e da tanto cercano di staccarsi e diventare uno stato davvero indipendente ma la Cina minaccia attacchi armati piuttosto che embarghi e allora non se ne fa nulla. Spero di ricordare correttamente la situazione politica della zona, non me ne vogliate male se qualche dettaglio non è corretto (anzi, se possibile commentate e correggetemi), ma i voli diretti tra Cina e Taiwan sono stati "sdoganati" pochi anni fa, prima (cioè quando sono andato io) i cinesi che volevano visitare Formosa (questo il suo nome durante la colonizzazione portoghese) dovevano passare per Hong Kong o per paesi vicini. Folle vero? Come se per andare in Sardegna dovessimo far tappa in Francia. 

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Taiwan (Formosa)
Un bel tempio del quale non ricordo il nome...
Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Taiwan (Formosa)
Ciboooo
E dopo questa breve divagazione geopolitica torniamo al mio adorato cibo, che ho scoperto essere molto importante nella loro cultura. Si mangiava spesso a casa, seduti su un grande tavolo rotondo con gli sgabellini, e quando le donne avevano finito di cucinare chiamavano gli uomini e i bambini che per primi si sedevano a tavola. Talvolta anche le sorelle (spesso tornavano per i weekend) e le cognate si sedevano al tavolo con noi mentre la madre molto, molto raramente. La cuociriso con il "fan", il riso bianco, era sempre piena e calda, e non mancava mai durante i pasti; ma prima del riso solitamente si gustavano le "zuppe", molto diverse dalle nostre ovviamente ma gustose. Non saprei nemmeno dirvi cosa ci fosse all'interno di molte di esse, ne ricordo giusto una molto disgustosa al pollo e grappa di riso che fungeva da rimedio per qualunque male (dal mal di pancia all'influenza). Terribile, davvero. Quel "Rice wine" (liquore di riso) viene utilizzato anche per bere e alcolizzarsi la sera, ma appena entra in bocca la sensazione che da è simile ad olio alcolico rancido. Urta. 

Comunque, prima cosa si riempie la ciotolina, da tenere sempre in mano (la si appoggia al tavolo giusto quando si finisce di mangiare) con una zuppa, poi con un altra ed eventualmente, quando sei bello pieno di brodaglia, vi si mette del riso bianco dentro sopra il quale si appoggiano pezzetti di pietanze presi dai vassoi che coprono completamente la tavola. La scelta varia tra moltissime verdure, carne di maiale, salsiccette dolci, cose zenzerose e salsine; la roba sconvolgentemente bella è che io in quella casa non ho mai visto cose confezionate. Tutto è fresco, preso al mercato o dall'orto del padre... mangiavo tantissimo e dimagrivo! Ma la cultura del cibo non si ferma qui, scoprii il significato di quel saluto a me sconosciuto che mi rivolse la madre al mio arrivo: spesso non salutano con un "Ciao, come va?" bensì chiedendoti "Hai mangiato/Sei pieno?". Bellissimo. Le prime parole che ho imparato in quella casa sono state "Sono pieno, grazie" e "Non capisco". Hahaha.

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Taiwan (Formosa)
Pulendo le cozze
Ok, del viaggio non ho ancora raccontato nulla, temo che questo capitolo possa risultare più lungo dei precedenti ma semplicemente perché l'Australia è un paese di radice europea  anche se molto diverso, mentre in questa isoletta tutto è nuovo, diverso, strano, così lontano da ogni cosa io abbia mai conosciuto. E perdonate il mio continuo cambiare da tempo passato a presente ma son fatto così, sono senza tempo... . Si vaga per il paesello, prendo le cose piano piano, m'infilo in una "chiesa" Tao dove assisto a delle brevi preghiere e, dopo questa sorta di messa, si fa la fila per una ciotola di zuppa gratis. Mi piace. Un bus e un breve tratto di barca fino ad arrivare a Danshui, una piccola città sul mare dove Hsiü mi fece vedere la scuola dove ha insegnato per un po' (prima di partire per l'Australia era insegnante di inglese), e poi un giretto nell'affollatissima zona pedonale. Quì la spiazzante differenza numero tre: vidi un cartellone pubblicitario raffigurante un ragazzo ed una ragazza che si baciano; guardando più da vicino quella figura era formata da tante piccole fotografie colorate di persone reali che si baciavano. Era la pubblicità di un ristorante. Le effusioni in luoghi pubblici erano (lo saranno ancora?) mal viste dalla maggior parte della popolazione ed i proprietari di quel ristorante volevano spronare le persone ad emanciparsi offrendo un piatto di carne gratuito se, seduto al loro tavolo, una coppia si faceva fotografare durante un bacio. Il cibo gratis mi attira sempre, non ci posso far nulla. 

Altri mercati, si scoprono altri cibi strani (vedi anche la foto del dinosauro marino) come il Dragonfruit, grosso frutto violaceo che sa di kiwi poco aspro o come le Devil Water Chestnuts, delle castagne d'acqua nere a forma di testa di diavolo. E poi arrivò il weekend. La casa si riempì di gente, i bambini mi tiravano i peli (loro non li hanno...), tanti occhi mi guardavano straniti dal gigante bianco che zombeggiava per casa parlando poco (solo in tre parlavano inglese e nemmeno molto bene) finché la sera mi insegnarono a giocare a Mahjong. Ansia. All'inizio non capivo nulla, poi piano piano qualcosa entrava ma è dura cavoli... e loro giocavano a soldi, quindi mi toccò pure perdere qualche moneta XD ! 

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Taiwan (Formosa)
Il festival aborigeno
Durante le settimane seguenti scoprii la delirante capitale, Taipei, e le bellissime città più a sud. Non ricordo bene dove, ma comunque verso sud, ci imbattemmo in un festival di diversi gruppi aborigeni e, durante una delle loro danze, tirarono dentro anche Hsiü, essendo lei mezza aborigena aveva la pelle più scura del cinese classico, aveva l'hupgrade. Fu interessante vedere i vestiti tradizionali, le danze e una sorta di rito dove tutti sbevazzavano roba alcolica dalla stessa tazzona, un po' come la ciotola dell'amicizia. 

Carlo Capotorto di Bergamo in viaggio per il mondo - Taiwan (Formosa)
Bin Lang girl
Chiudo questa parte raccontandovi delle Bin Lang girls e dei Betelnut. Da dove iniziare... per le strade si vedono spesso delle ragazze seminude dietro delle vetrine. Sembrano prostitute, la prima volta che le vedi non hai troppi dubbi. Spesso si fermano macchine e camion che gli danno dei soldi e loro gli porgono un bicchierino di plastica con della roba dentro: sono i Betelnut! E che diavolo sono? Si tratta di particolari nocciole con arrotolata una leggera foglia di palma che dovrebbero stimolare il sistema nervoso fungendo stile cocaina. Tengono svegli e provocano un certo senso di eccitazione. La cosa schifosa di queste cose è che, appena le mordi e smangiucchi, aumentano la salivazione in un modo pazzesco e rendono la saliva rosso sangue, per questo il bicchierino di plastica, per sputare sia bava che nocciola smangiucchiata. E le ragazze sono vestite in modo succinto per attirare i camionisti o gli avventori occasionali che, venendo tanta beltà ed un bel sorriso, spesso pagano più di quanto richiesto dalle signorine. Io le ho provate e posso dirvi che sono davvero pessime ma lì vanno come caramelle (se mai andrete a Taiwan e per terra vi saranno un sacco di macchie rosse non è sangue, è quella roba lì).

Con questo chiudo, non vi anticipo altro, ma il (primo) viaggio di un mese a Taiwan è praticamente terminato, ed io ancora non tornerò in Italia per altri tre mesi circa; provate ad indovinare dove sono andato dopo!

Alla prossima!

Carlo "Charlie" Capotorto.

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