martedì 22 dicembre 2015

Se vuoi smettere di pensarci ci penserai ancora di più

E continuiamo a farci del male. Perché l'animo non si da pace, cerca in ogni modo di sviare il pensiero concentrandosi in attività più disparate e, conscio del fatto che deve dimenticare, tenta forzatamente di sfumare i ricordi. Ma ben sappiamo che non è facile. Quando ad un bambino diciamo che non può fare qualcosa lo spingiamo a farla, innocentemente, e la mente (o quantomeno la mia) funziona allo stesso modo: più mi sforzo e provo ad andare avanti per lasciare ciò che devo abbandonare, più il pensiero dello stesso torna indietro ancora più intenso. Non ho ancora imparato a vivere nel mondo dei grandi.

Se vuoi smettere di pensarci ci penserai ancora di più


Senza motivo ci si trova immersi
in migliaia di pensieri irrisolti,
alcuni di grande bellezza,
altri di estrema malinconia.

Riflettendoci meglio il motivo si scopre,
lasciando il sognatore confuso,
e lo squarcio provocato dalla mancanza
pulsa come una vena interrotta,
il vuoto si diffonde senza barriera
ove soltanto campeggia alcol.

Poco importa del resto
se non si riesce a unire i punti
e chiudere la voragine,
sappiamo bene che anche aspettando
la pelle si rimargina da sola,
ci vuole solo più tempo.

Ma intanto duole.

Masochisticamente guardi l'ultimo biglietto,
quel cuore disegnato con innocenza,
quelle parole semplici ma complici,
e ti chiedi come mai...

Ascolti una canzone e ricordi lei,
guardi un oggetto e ancora lei,
chiudi gli occhi e ancora lei.

Non resta che fissare a lungo il sole,
lasciandosi inebriare dal calore
e accecare dai suoi raggi,
in modo da accogliere 
qualcosa di più grande,
accontentandosi di un calore superficiale
che non riesce ad entrare.

Smetti di pensare al suo sorriso,
alle sue labbra, alla sua pelle,
al suo seno, alla sua gioia.

Ma intanto duole.

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