sabato 21 novembre 2015

I consigli della notte


A volte (ma anche abbastanza spesso) scrivo poesie o semplici pensieri, non tanto spesso li condivido perché nascono dal vomito secco raschiato da terra dopo continui pugni allo stomaco e non sempre voglio darvi questo sguardo su di me. Oggi però sono stanco, mi sento debole e più fragile del normale, vi lascio allora queste righe deliranti (che magari contengono errori grammaticali ma non fateci caso dai... ) che forse qualcuno leggerà; e se davvero qualcuno le leggerà può darsi che ne possa trarre qualcosa di buono. 

I consigli della notte.


So che mi amerai fino alla fine della notte
e che l'indomani, poi, sarà tutto diverso.

Non voglio perdere l'occasione di scoprire
cosa fa di te la persona che sei,
mi lascerò andare più che potrò,
dimenticando pretese di esclusività,
così da godere ogni attimo passato insieme;
così da trarre beneficio dalla tua vicinanza.

Tanto ebbro per infischiarmene delle voci
ma non abbastanza per non sentirle.

Non voglio perdere momenti di tenerezza,
quelli che capitano sempre più raramente,
ma ho sempre paura che i miei demoni
li possano trasformare e manipolare
in qualcosa che poi, in futuro, 
senza ritegno mi vadano a tormentare.

Devo dunque scappare dalle tue mani?
Devo rifiutare la tua pelle?
Devo allontanare le tue labbra?
Devo voltare lo sguardo ai tuoi occhi?

So che mi amerai fino alla fine della notte
e che l'indomani, poi, sarà tutto diverso,
ma dentro rimarrà il tuo odore ad accarezzarmi
finché un altra prenderà il tuo posto.

Chissà se è quello che voglio davvero.

C.

martedì 10 novembre 2015

Tendini d'acciaio

 Tendini d'acciaio


Leggi gratis Tendini d'acciaio, un racconto di Carlo "Charlie" CapotortoPoco tempo fa, in un posto non troppo lontano da qui, ebbero luogo fatti curiosi che scaldarono la terra e fecero lacrimare la luna; fatti che ora andrò a raccontarvi. O almeno, illustrerò la mia visione di quel che avvenne, vista dagli occhi sognanti d'un adolescente. 

Leggi gratis Tendini d'acciaio, un racconto di Carlo "Charlie" CapotortoRoberta correva, come sempre, la mattina presto prima che passasse il pullman della scuola. La vedevo mentre guardavo dalla finestra, prima che iniziassero i cartoni delle sette e venti. Spostavo le tende della cucina con la testa e mentre mamma scaldava l'acqua per il tè lei correva come un fulmine, sempre con la stessa tuta grigia e l'espressione determinata di chi si prefigge un obiettivo. Io non ne avevo uno ma presto la mia vita sarebbe cambiata. 

Leggi gratis Tendini d'acciaio, un racconto di Carlo "Charlie" Capotorto
Di solito preferisco fare il bagno ma oggi sono in ritardo e mamma, dopo la colazione, mi ha aiutato a fare la doccia. In fretta e furia siamo saltati in macchina e sfrecciati via. Non mi piace quando andiamo veloci in macchina ma il nonno continua a chiamare al telefono dicendo che tutti stanno aspettando solamente noi. 

Leggi gratis Tendini d'acciaio, un racconto di Carlo "Charlie" CapotortoSembrano molto gentili qui. Sono appena arrivato e già sento addosso gli sguardi della gente, pieni di giudizio mentre uniscono le sopracciglia e muovono il volto appena appena indietro, come per prendere le distanze. Conoscevo bene quell'espressione. Da quando ho occhi per vedere lo stesso sguardo, lo stesso disprezzo mi perseguita. Ora però è diverso, con le braccia che mi metteranno potrò essere anche io un bambino normale, tra poco anche io potrò fare le cose da solo. Ora... ora devo contare 10... 9... 8... 7... .

Leggi gratis Tendini d'acciaio, un racconto di Carlo "Charlie" CapotortoMi sento debole, stanco, pesante. Non riesco a tenere gli occhi aperti. Mamma dice di dormire... . Credevo d'aver chiuso gli occhi appena un attimo ma sembra che io abbia dormito per due giorni interi. Sono ancora nel letto dell'ospedale, intorpidito. Ho due cose pesanti attaccate alle spalle. Le mie due braccia nuove. Mi hanno sempre detto che non potevo perder tempo ad essere triste, facendo dei pensieri i miei macigni. Mi dicevano che tutto sarebbe andato meglio, col tempo. 

Sono passati sette giorni ormai e finalmente posso uscire da questa stanza. Ancora non muovo le braccia, le fasce sulle spalle e sulla schiena mi tirano la pelle dandomi fastidio. Pesano. Sogno di giocare a basket palleggiando come un matto, tenendo la palla tra le mani e lanciarla nel canestro. Mi è sempre piaciuto vedere i giocatori alla tv. 

Leggi gratis Tendini d'acciaio, un racconto di Carlo "Charlie" CapotortoLeggi gratis Tendini d'acciaio, un racconto di Carlo "Charlie" CapotortoFinalmente dopo dieci giorni tolgono le fasce dalle dita, piano piano, e poi dalle mani. Mamma guarda commossa mentre sfilano le bende facendole girare, tirandole verso l'alto. Sono davvero le mie mani? Non riesco ancora a capire come muovermi ma finalmente mamma ha deciso di portarmi a casa. Mi piace stare a casa, sul divano, mentre nonno mi racconta le sue storie di guerra. Mi racconta sempre di quando ha perso il braccio e che se lui è sopravvissuto anche io ne avrò la forza. 

La ventitreesima mattina le mie braccia nuove finalmente hanno deciso di funzionare. Ecco Roberta correre sulla strada. Ecco la mia mano che ha scostato la tenda. É strano, mi sento un robot, come nel film di Terminator. Oggi per la prima volta sono riuscito a vestirmi senza grattarmi la faccia sul letto. Oggi rido come un pazzo senza motivo, sono felice. Ora potrò fare le cose da solo, non pesare più sulla mamma e sul nonno. Ora potrò fare tutto senza chiedere aiuto a nessuno.

Ora che ho le braccia potrò spingere la carrozzella da solo.

FINE.


Leggi gratis Tendini d'acciaio, un racconto di Carlo "Charlie" Capotorto

domenica 8 novembre 2015

Paolo il pinguino puzzone


Paolo il pinguino puzzone, un tautogramma di Carlo "Charlie" Capotorto

Paolo il pinguino puzzone


Paolo passava il tempo pescando piccoli pesci, per prepararsi al periodo di freddo polare, pettinandosi poco e pagando ancor meno attenzione alla pulizia. Un giorno però vide Priscilla passeggiare piano sulla pianura ghiacciata, allora pattinò sino a raggiungerla ma lei si pietrificò: "Puzzi peggio di un pesce putrefatto!", polemizzò la pinguina picchiettandogli sulla pelata, e prontamente proseguì. Paolo pianse ma senza patire troppo, subito placò la pesantezza provò a pulire ogni poro della sua pelle pensando più a Priscilla che alla sua pulizia, prendendo per pulite parti ancora puzzolenti. Nel pomeriggio passò nuovamente lei e Paolo le si avvicinò: "Ho pulito a pieno pure le parti più particolari pur di piacerti!", ma queste parole probabilmente passarono come polvere sotto la pioggia, peggiorarono la percezione che Priscilla aveva di lui piallando ogni possibilità. Subito però si palesò Pamela, che trovò particolare la pittoresca proposta, e prese la pinna di lui portandolo, senza parafrasare, a pescare pesci nella pozza. Priscilla penosamente capì d'averlo perduto mentre i due puzzoni percorrevano piano il piacevole percorso della vita.